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Eraclea Minoa

Il sito dell' antica Heraclea Minoa, sulla sinistra del Fiume Platani (antico Halikos) è oggi denominato Capobianco da uno sperone marmoso proteso nel mare all' estremità sud-occidentale dell' altopiano su cui si estendeva la città antica. In età storica Minoa è citata da Erodoto come colonia selinuntina, a proposito della spedizione spartana di Dorieo in Sicilia, dopo il cui fallimento Eurileonte occupa la città (fine del VI sec. a.C.). Intorno a quel tempo si colloca il successo agrigentino su Minoa. Successivamente a questi avvenimenti Minoa dovette cadere stabilmente in potere ad Akragas per tutto il V secolo a.C.. Così Terone, tiranno di Agrigento (488-473 a.C.), vi scoprì la tomba di Minosse e ne restituì le ossa ai Cretesi (Diod. IV, 79, 4), e nel 465-461, nelle guerre conseguenti alla caduta dei Diomenidi, la città fu occupata da mercenari siracusani, e quindi liberata dagli Agrigentini e Siracusani. Al cadere del V sec. a.C., scoppiata la guerra tra cartaginesi e greci in Sicilia, Minoa dovette essere presa dai Cartaginesi prima della caduta di Akragas nel 406 a.C.. Nel 277 viene tolta ai Cartaginesi da Pirro. Nell' ordinamento della provincia di Sicilia, quale conosciamo da Cicerone, fu tra le civitates decumanae. Verso il termine del I sec. a.C. la città dovette essere abbandonata, come suggeriscono il silenzio delle fonti e l' assenza di ceramica aretina negli scavi. Molto più tardi, nel V sec. d.C., nella pianura a nord della città, in prossimità dell'area della necropoli arcaica, si stabilì una fattoria e le collinette a monte si foracchiarono di radi arcosoli paleocristiani. La zona archeologica attiene all'area della città antica e quanto è in vista si riferisce al periodo ellenistico, dal IV al I sec. a.C..