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La prima guerra punica

La prima guerra punica scoppiò per la crescente rivalità politica ed economica tra Roma e Cartagine. Dopo le guerre tarantine, infatti, Roma aveva posto sotto la propria diretta influenza le città italiote della Magna Grecia, minacciando in questo modo la supremazia cartaginese nel Mediterraneo meridionale, che poteva contare sui vasti possedimenti punici in Sicilia; il controllo del mare era fondamentale per l'economia cartaginese, la cui agricoltura e la cui attività manifatturiera, allora molto prospere, avevano nel commercio d'oltremare il loro sbocco naturale.

L'occasione del conflitto fu data dai mercenari campani mamertini, assediati a Messana (oggi Messina), che chiesero aiuto a entrambe le città contro Gerone II di Siracusa. Cartagine, come si è detto, controllava già parte della Sicilia e i romani accolsero la richiesta con l'intenzione di cacciare i cartaginesi dall'isola. Approntata la loro prima grande flotta, i romani dichiararono guerra e sconfissero i cartaginesi nella battaglia di Milazzo (260 a.C.); le navi romane, sotto la guida del console Caio Duilio avevano per l'occasione sperimentato i cosiddetti "rostri", pontili ribaltabili che consentivano di agganciare le navi nemiche e farvi salire i propri soldati, trasferendo così nelle battaglie navali alcune delle modalità del combattimento terrestre di fanteria in cui erano superiori ai cartaginesi.

Altre vittorie arrisero ai romani, nelle acque di Tindari e al largo del promontorio Ecnomo (presso Licata), ma essi non riuscirono a impadronirsi della Sicilia. Nel 256 a.C. un'armata romana sotto il comando del console Marco Attilio Regolo stabilì una base in Nord Africa, ma l'anno seguente i cartaginesi la costrinsero a ritirarsi, dopo averla duramente sconfitta presso Tunisi: Regolo stesso fu fatto prigioniero e molti dei soldati romani superstiti morirono travolti da una tempesta l'anno successivo. La guerra continuò, combattuta in gran parte attorno alla Sicilia, e si concluse – dopo alterne vicende – solo nel 241 a.C. con una battaglia navale presso le isole Egadi, vinta dai romani guidati dal console Caio Lutazio Catulo.

La vittoria fruttò a Roma il controllo della Sicilia (prima provincia romana) e nel 237 a.C. la conquista della Sardegna e della Corsica, a loro volta organizzate in provincia. Le condizioni di pace, imposte ai cartaginesi dal console Lutazio Catulo, furono durissime: oltre alle perdite territoriali e all'impegno di non belligeranza, essi dovevano restituire senza riscatto i prigionieri romani e impegnarsi a pagare un'esorbitante indennità di guerra.