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Il tempio M

Ricostruzione del tempio M

A pochi metri a nord dalla fonte della Gaggera, la stessa che alimentava il santuario di Demetra Malophoros, sono le vestigia del cosiddetto tempio M.  Dell'edificio, attribuibile all'inizio del VI secolo a.C., dalle dimensioni di 26,80 m. x 10,85 m., si conservano solamente i blocchi di fondazione e quasi tutta la parete est, in origine alta otto metri, oggi crollata. La struttura pare avere la forma di un megaron arcaico bipartito con pronao e cella, preceduto da una gradinata (altare) e da una zona lastricata. Tra le rovine si notano vari elementi del fregio dorico con metope lisce, pertinenti alla parete posteriore del muro di fondo dell'edificio dove è pure una canaletta di pietra.
Svariate sono le ipotesi fatte su questa costruzione: la più  suggestiva è quella che l'edificio fosse una fontana monumentale alimentata dalla sorgente Gaggera realizzata, durante l'epoca delle tirannidi, su modello della fontana costruita a Megara Nisea, dal tiranno Teagene intorno alla fine del VII secolo a. C. Selinunte riproduce quindi, ancora una volta, un modello dalla madrepatria in terra di Sicilia? Tesi ancora incerta e non definita e solo nuovi scavi potrebbero chiarire la funzione del muro ovest e delle strutture poste tra la sorgente e l'edificio. Alla luce delle attuali conoscenze dobbiamo ritenere l'edificio un tempio inglobato in un temenos monumentale, simile a quello della Malophoros, dentro il quale potrebbe anche trovarsi qualche altro tempio, quello a cui appartenevano le due lastre calcaree di fregio ionico databili tra il 480-470 a. C. raffiguranti scene di amazzonomachia rinvenute durante lo scavo del tempio M ma non pertinenti a questo edificio. Tale fregio, forse frutto della bottega di Pitagora, si accosta stilisticamente alle metope del tempio E, ad una scultura a rilievo in calcare raffigurante Eos e Kephalos e ad una testa marmorea barbata (ambedue provenienti dall'acropoli), tutte conservate nel Museo Regionale Archeologico di Palermo.