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Divinità e culti religiosi punici


 

Divinità e culti religiosi della Selinunte punica (409-250a.C.), tra la prima e la seconda e definitiva distruzione della polis) sono testimoniati da quattro aree sacre: tre messe in luce in altrettanti quartieri dell'Acropoli, una per ogni quartiere; una di esse, nella parte S-0, consta di dodici ambienti, in due dei quali, che costituivano certamente il fulcro di tutta l'area, si deponevano nel terreno i vasi, spesso anfore, con resti dei sacrifici (non è il caso di parlare di tophet, il quale si trovava nei centri punici alla periferia, era in una area all'aperto, era contrassegnato da stele).

 Una quarta area sacra punica si può considerare il recinto (compreso nel temenos della Malophoros) consacrato a Zeus Melikhios prima del 409 a.C. e che dovette essere rimesso in funzione in conseguenza della fusione del culto di divinità puniche con quello appunto della divinità greca. In tale recinto, infatti, fu posto un altare "a banco" con tre betili all'impiedi sul piano, dedicato al culto delle più importanti divinità puniche, Tanit e Baal-Hammon (che sarebbero raffigurati nelle stele gemine rinvenute nei pressi di questo recinto).

 

Altre testimonianze sono due
segni di Tanit, sull'acropoli: uno nel pavimento di una stan za posta lungo la via E-O (il pavimento è in cocciopesto rosso; il segno di Tanit, affiancato, come suole, da due caducei, vi è formato da tessere musive di calcare bianco);

Segno di Tanit

 

 

l'altro, però con un solo caduceo, sul pavimento, pure di cocciopesto, all'intemo del tempio A, reso pure con tessere musive di calcare bianco, entro un cerchio (simbo lo del sole) con raggi volti sia all'interno che all'esterno e al centro del quale è riprodotta frontalmente una testa
di toro (tipico della simbologia orientale).

 

Baal

Tra gli antichi popoli semiti, il nome di numerose divinità locali preposte alla fertilità del terreno, al tempo atmosferico e agli animali domestici. Al plurale, Baalim indica l'insieme degli idoli o dei Baal. Il nome di Baal (dall'ebraico ba'al, "padrone", "signore") costituiva una parte dei nomi di varie divinità, come Baal-berith (il signore dell'alleanza) degli scechemiti, e Belzebù (il signore delle mosche) dei filistei. Gli ebrei appresero il culto di Baal dai cananei, ma i loro riti, tranne le offerte di frutta e dei primi nati del bestiame, sono quasi sconosciuti. I loro templi erano costituiti da altari fiancheggiati dal simbolo di Astarte, divinità femminile dei cananei e degli ebrei. Presso gli altari venivano spesso erette colonne sacre. Il nome Baal entrava nella composizione di molti nomi propri e di località degli ebrei, dei caldei, dei fenici e dei cartaginesi, quali Baalbek, Ethbaal, Gezebel, Asdrubale e Annibale.